CRONOLOGIA POLITICHE ASSUNZIONALI EX CTD

Appare ormai chiaro che l’azienda, ottenuta la rinuncia al contenzioso, anche in virtù
di una norma che palesemente e consapevolmente incostituzionale venne emanata ad hoc in concomitanza con l’accordo del Luglio 2008 ( legge “salvaPoste”) per ottenere il maggior numero di adesioni possibili da parte dei ricorsisti che non avevano accettato l’accordo 2006 ha perso attenzione e sensibilità in materia di stabilizzazione dei rapporti di lavoro.

L’azienda avrebbe ben volentieri concluso in data 30 Giugno 2009 ogni tipo di rapporto con le risorse che hanno aderito al primo accordo, ma per mostrarsi benevola nei confronti di chi un accordo non l’aveva ancora firmato ha dovuto perseguire tale via in considerazione anche del fatto che avrebbe dovuto dare legittimità, nell’offerta di un nuovo accordo nei confronti di chi l’accordo l’aveva firmato anni prima fidandosi sulla parola.

Pertanto anche la “Tremonti Ter” è servita allo stesso scopo per svilire l’attenzione su quanto accadeva. Poste dal 1 Luglio 2009 si era impegnata in maniera sensibile ed attenta a ridurre il fenomeno del precariato, all’interno dell’azienda stessa, fornendo la stabilizzazione del lavoro agli ex ctd attraverso un offerta di lavoro entro l’arco temporale Luglio-Giugno 2009/2010, ma si è deciso di stabilizzare i precari con contratti a tempo indeterminati per 6 mesi l’anno a molti e più chilometri da casa, posti prima occupati dalle risorse inserite nelle graduatorie regionale per far fronte alle esigenze di ferie ,malattie, e insufficienze strutturali ed organizzative nei periodi festivi natalizi ed estivi.

La trasformazione del rapporto di lavoro in full-time avverrà entro la data del 30 aprile 2011.


La suddivisione delle regioni dal 1 Luglio è stata: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Liguria, Sardegna, Lombardia e Veneto, tuttavia le suddette regioni sono visibili sul sito e non anche le destinazioni come avveniva nel primo accordo.

Quindi è del tutto evidente la “politica aziendale” di complicare in ogni modo il percorso assunzionale di persone che con contratti a termine lavorano da molti anni con l’azienda questo naturalmente è stato il modus operandi verso chi ha rinunciato a fare causa.

In questo contesto l'azienda richiedeva alle OO.SS. la disponibilità a posticipare la scadenza del 30 giugno 2010 di 2/3 anni (2012/2013) in modo da dilazionare nel tempo la ricerca di posti di lavoro da offrire a coloro che sono rimasti in graduatoria, e si e resa garante nei confronti del governo nella pseudotutela degli ex ctd dell'ART. 19, COMMA 1, DEL DECRETO LEGGE N. 78/2009 mostrando che l’azienda per l’ottavo anno consecutivo nel primo semestre presenta i seguenti numeri:ricavi +11,4%, risultato operativo +7,2%miglioramento del risultato operativo (805 mln. in aumento del 7,2%) e dei ricavi totali, che raggiungono quota 9,4 mld di euro, con una crescita dell’11,4%.


Nel frattempo Poste Italiane ha proposto ai dipendenti di andare in pensione in cambio dell’assunzione del figlio. In particolare questa proposta prende il nome di “Progetto Mix” ed è stato informalmente illustrato dall’Azienda alle Segreterie Regionali delle OO.SS. di categoria.

Si tratta di una possibilità offerta dall’Azienda a tutti coloro con meno di 60 anni avendo i requisiti per andare in pensione accettano di uscire dall’Azienda. In cambio, Poste Italiane Spa, assume un figlio alla sportelleria con contratto di lavoro a tempo indeterminato ma part-time.

La proposta non ha carattere di retroattività quindi chi appena ieri ha firmato per andare in pensione non ha nulla da pretendere.


La sede di lavoro, se ce ne sono le condizioni, può essere la stessa lasciata libera dal genitore o in alternativa nell’ambito della stessa Provincia.

Ad oggi sono rimaste attivamente in graduatoria circa 8300 risorse, il piano di assunzione aziendale è il seguente: nel 2009 è previsto un esodo incentivato di 4.000 unità, nel 2010 di 4.000 unità e nel 2011 di 2.700 unità.

Nel triennio 2009-2011 il turn over fisiologico è di 4.500 unità, per un totale di esodi di 15.200 unità. Pertanto, tra l'esodo incentivato e il turn over fisiologico sono potenzialmente in uscita 15.200 unità.

Per quanto riguarda il piano inserimenti, nel triennio 2009-2011 si prevedono inserimenti di personale secondo le seguenti tipologie: riammissione di personale ex contratti a tempo determinato, su sentenza del giudice: 6.500 unità; inserimenti dall'esterno previsti in piano dall'azienda: 800 unità nel 2009, 800 unità nel 2010 e 500 unità nel 2011 per un totale di 1.800 unità.

Pertanto, a piano industriale presentato, sommando le precedenti cifre risultano in totale 8.300 inserimenti a fronte delle 15.200 unità in uscita. Ma in realtà a cosa mira Poste?

Ad allargare la platea contributiva IPOST in quanto tirare alla stregua efficienza ed efficacia per arrivare ad un livello di economicità senza pari in Italia che se nel medio periodo porta addirittura in un periodo di crisi globale ad ottenere in proiezione per l’ottavo anno consecutivo un’utile di esercizio sicuramente tutto questo fa sorgere molti dubbi sulla corretta politica aziendale, tagliare,tagliare si riverserà in maniera drastica su poste italiane nel lungo periodo.


Poste pensa di ovviare a ciò poiché la completa liberalizzazione dei mercati postali, prevista per il 2011, ridurrà gradualmente l'area di monopolio di Poste italiane. I nuovi operatori potranno quindi offrire servizi postali anche nell'ambito del servizio universale, sinora riservato a Poste italiane.

 In previsione di questa totale apertura del mercato, l'obiettivo dell'azienda è quello di prepararsi alla liberalizzazione giungendo, con le parti interessate, ad un contratto unico di settore che riguardi tutte le imprese operanti nell'ambito postale.


Con la sottoscrizione del contratto collettivo nazionale del luglio 2007, Poste italiane e le organizzazioni sindacali hanno già gettato le basi per una disciplina di settore. Ancora altri 7 mila lavoratori in meno ciò comporta uno squilibrio tra il numero delle pensioni e il numero dei lavoratori.

Poste spera di sopperire a questo deficit arrivando al contratto unico di settore ovvero obbligare anche le imprese concorrenziali a poste a versare contributi previdenziali per i dipendenti, all’IPOST così si spera di garantire la pensione ai dipendenti postali riuscendo a sopperire a questa mancanza di risorse e quindi alla mancanza di contributi. la tabella 8 del rapporto CER, si prevede nel 2015 un saldo previdenziale di 1 miliardo e 374 milioni e nel 2020 di 2 miliardi e 282 milioni. Se non si dovesse arrivare al contratto unico di settore, cosa accadrebbe?

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2 Commenti "CRONOLOGIA POLITICHE ASSUNZIONALI EX CTD"

In merito al Progetto Mix, sono stato contattato e mi hanno riferito che dovrò sostenere delle prove di selezione, ma non mi hanno detto di che genere, se psicoattitudinali o specifiche, se esistono dei testi in particolare da consultare per allenarsi. So solo che dovrò portare con me la calcolatrice...Sono laureato, fa differenza? Se potete dirmi qualcosa...
Grazie mille

Hai postato il commento nellla sezione sbagliato c'è l'apposita sezione progetto mix poste italiane dove troverai le informazioni che cerchi.

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